Corso di Laurea Interclasse in Sociologia (L-40)

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Metodologia della ricerca sociale


 

PROGRAMMA INSEGNAMENTO
A.A. 2010-2011
 

Denominazione insegnamento: Metodologia della Ricerca Sociale

Settore scientifico-disciplinare: SPS/07

CFU:  9

Docente: Rita Pavsic

Orario ricevimento

Martedì, dalle 9,30 alle 12,30
Giovedì, dalle 9,30 alle 12,30

Luogo: DAPPSI, 1° piano

e-mail: pavsic@unict.it

Telefono 095 7340116

Obiettivi formativi  dell'insegnamento e risultati di apprendimento attesi

Assumere un'adeguata conoscenza sulle principali specificità metodologiche e gli strumenti concettuali e operativi di base per l’impostazione e la conduzione di una ricerca empirica. Mettere in grado lo studente di leggere e analizzare criticamente informazioni di varia natura al fine di poterne valutare l'affidabilità e il possibile utilizzo.

Specifiche competenze: creazione e gestione di una ricerca standard e realizzazione delle tecniche di rilevazione più diffuse; progettazione di una ricerca survey con relativa costruzione di un questionario.

 

1° Modulo Denominazione Il metodo e la ricerca sociale

Contenuti del modulo:

-              Il metodo e gli approcci standard e non standard;
-
         Il disegno della ricerca sociale;
-
         Dalle unità d’analisi ai casi: il campionamento
-
         Dalle proprietà alle variabili;
-
         Classificazione, conteggio e misurazione;

Bibliografia essenziale per l’apprendimento dei contenuti del modulo:

Slides  A, B, C allegate al programma

Marradi A. (2007) Metodologia delle scienze sociali, Bologna, Il Mulino; slide A, pp. 11-25, slide B, pp  47-58, slide C, pp 79-145

Pitrone M.C. (1992) Il sondaggio, Milano, FrancoAngeli;  pp. 133-144                     Tot.pp.=105

2° Modulo Denominazione  La ricerca standard

Contenuti del modulo

-              Indicatori e la costruzione degli indici
-
         La rilevazione degli atteggiamenti
-
         Le tecniche di scaling
-
         Relazioni tra le variabili

Bibliografia essenziale per l’apprendimento dei contenuti del modulo:

Slide D allegata al programma

Marradi A. (2007) Metodologia delle scienze sociali, Bologna, Il Mulino - pp 165-203, 215-220, slide D.

Pavsic R. e M.C. Pirtone (2003) Come conoscere opinioni e atteggiamenti, Roma-Acireale, Bonanno; pp. 13-103, 115-118, 129-154.

Palumbo M. (2001) Il problema degli indicatori, pp.343-358  in Stame N. (a cura di) Valutazione 2001. Lo sviluppo della valutazione in Italia. Milano, F. Angeli.                        Tot.pp.=164

 

3° Modulo Denominazione  La ricerca survey

Contenuti del modulo:

-              Opinione pubblica e sondaggi
-
         Tipi di intervista
-
         Il questionario: costruzione e forme differenti di somministrazione
-
         Forma e formulazione della domanda

Bibliografia essenziale per l’apprendimento dei contenuti del modulo:
Pitrone M.C. (2008) Sondaggi e interviste, Milano, Franco Angeli; pp. 15-283.            Tot.pp.=268

 

Modalità d’esame

L’esame, sostenibile solo previa prenotazione, consiste innanzitutto in una prova scritta, che contempla l’operativizzazione di un concetto generale, indicato dal docente, attraverso l’individuazione di almeno tre indicatori (cioè definiti operativamente). Solo l’esito positivo di questa verifica permetterà allo studente di accedere alla prova orale.

Pur nella consapevolezza che gli argomenti del 3° modulo, il cui testo di riferimento è peraltro ricco di esempi, contribuiscono in modo sostanziale alla migliore comprensione di quanto trattato nei primi due moduli, si consente agli studenti che lo desiderano di sostenerlo separatamente. In questo caso quindi, solo dopo avere superato positivamente l’esame sui primi due moduli (con la prova scritta sopra indicata) si potrà sostenere l’esame sul terzo.

Indicazione di altri testi che possano rappresentare, per gli studenti che lo desiderassero, ulteriori approfondimenti dei temi oggetto dell’insegnamento:

Corbetta P. (2003), La ricerca sociale: metodologia e tecniche, Bologna, Il Mulino,

-              Vol. I, I paradigmi di riferimento
-
         Vol. II Le tecniche quantitative
-
         Vol. III Le tecniche qualitative
-
         Vol. IV L’analisi dei dati.

Cannavò L e L. Frudà (a cura di) (2006), Ricerca sociale, Roma, Carocci Editore

-              Vol. I Dal progetto dell’indagine alla costruzione degli indici;
-
         Vol. II Tecniche speciali di rilevazione, trattamento e analisi.

Slide A

IL  METODO

Qualunque ricerca empirica non può prescindere da alcune concezioni generali su:

-              la natura della realtà sociale
-
         la natura dell’uomo
-
         il modo col quale l’uomo può conoscere la natura

La ricerca scientifica in generale deve rispondere a quattro interrogativi fondamentali sulla realtà sociale:

- esiste?   è questo un problema di

  •  ESSENZA

concezioni generali sulla natura e forma della realtà sociale   questione ontologica

                                                                                                 

                                                                                 CHE COSA esiste

- si può conoscere? è questo un problema di

  •  CONOSCENZA

riflessioni sulla possibilità di conoscere la realtà                            questione gnoseologica

- si può conoscere scientificamente? è questo un problema di             

  •  CONOSCENZA

riflessioni su possibilità, condizioni e limiti di una conoscenza  vera, scientifica

                                                                                         questione epistemologica

                   rapporto tra CHI  e CHE COSA

                 relazione tra studioso e realtà studiata

- come ? è questo un problema di

  •  METODO

questioni sulla strumentazione da adottare nel processo conoscitivo

                                                                                          questione metodologica     

                                                                                                                                                                                                COME può essere conosciuta la realtà

slidSlide   B

Problema fondamentale di OGNI TIPO DI CONOSCENZA

Realtà

 

              - viene percepita/recepita/capita/interpretata  attraverso dei concetti
              - lo stesso segmento di realtà può essere concettualizzato in modi
              radicalmente diversi da soggetti diversi 

Pensiero  (sede dei concetti)

-I pensieri, spersonalizzati e codificati mediante un codice intersoggettivo, diventano comunicabili
- Il pensiero si oggettivizza, esplicitato nel linguaggio

Linguaggio

- verbale, orale  e scritto: uso dei termini
- non verbale: gestuale e cinesico  (“a pelle”)

I termini costituiscono degli ancoraggi, delle basi, da cui partire per concettualizzare il flusso dell’esperienza – esteriore come interiore.

                   Il linguaggio è l’aspetto pubblico dei concetti (Toulmin)

  •  il nostro pensiero NON E’ una copia fotografica della realtà che vuole conoscere

  •  il linguaggio NON E’ una riproduzione esatta del pensiero

NB: Mancata corrispondenza tra Realtà  -  Pensiero  -  Linguaggio 

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Slide  C

(da Marradi  2007, Metodologia delle Scienze Sociali : pp. 62-77)

ASSERTI 

Asserto          è un’affermazione circa la relazione tra due o più proprietà

di cui si può pensare che:

è  VERA    o    è  FALSA 

è lo strumento del pensiero che differisce dalla Proposizione che

                                                                     

è l’espressione verbale del pensiero/asserto

Fondamentale differenza tra i due strumenti del pensiero:

 ASSERTI

CONCETTI e
STRUTTURE CONCETTUALI

pensabili come
VERI  o  FALSI

pensabili
NE’ come VERI
NE’ come FALSI 

potenzialmente ACCERTABILI
 come   VERI o   FALSI

impossibile accertabilità
della loro verità o falsità

Se si sostenesse che un asserto, per essere accettato nella scienza deve essere effettivamente dimostrato vero, le scienze non potrebbero asserire quasi più nulla:

-         sul passato,

-         su un futuro non immediato

-         su fenomeni non raggiungibili con gli strumenti di cui dispongono

MA

Anche quando il controllo empirico è possibile non è detto che si possa ottenere una risposta univoca sulla questione VERITA’  vs   FALSITA’.  Infatti:

 > pur controllando possiamo non aver acquisito elementi sufficienti per pronunciarci in maniera univoca

 > un asserto può risultare vero per alcuni soggetti ma non per altri

 > esistono asserti con uno status particolare. Ad esempio: 

si può avere un asserto esistenziale:
Esiste un operaio iscritto a un partito di sinistra
Di questa affermazione può essere dimostrata

  •         la sua verità (basta incontrare un operaio iscritto a un partito di sinistra)

  •         non la sua falsità (si dovrebbero controllare tutti gli operai) 

si può avere un asserto universale:
Gli operai si iscrivono ai partiti di sinistra
Di questa affermazione può essere dimostrata

  •        la sua falsità (basta incontrare un operaio che non è iscritto a un partito di sinistra)

  •  non la sua verità (è solo pensabile poiché si dovrebbero controllare tutti gli operai) 

SPIEGAZIONI CAUSALI

Sono asserti in cui un enunciato viene indicato come spiegazione di un altro.

Es:
Alle ore 8.00 del 3 febbraio 2007 il ponte di fortuna sul torrente Bisacco è crollato
 

perché
 

ci era passato sopra un autocarro di peso superiore al limite consentito 

La SPIEGAZIONE, il nesso causale tra i referenti,
 è PENSABILE come vera o falsa
MA
NON è percepibile, NON è osservabile



E’ una SUPPOSIZIONE

  •  Sulla base di un supposto legame causale tra i referenti  viene  proposta una certa spiegazione.

QUINDI: 

Concetti e strutture concettuali  pre-asserti
Qualunque affermazione 
asserti

ATTRIBUTI SPECIFICI: 

     Pre-asserto         UTILITA’
Asserto               ACCERTABILITA’
Spiegazione        PLAUSIBILITA’   (giudicata convincente)


FALLACIA ASSERTORIA

Da Galilei in poi la riflessione sulla SCIENZA

HA TRASCURATO IL RUOLO DEGLI STRUMENTI COLLOCATI A LIVELLO DEI PRE-ASSERTI (concetti e strutture concettuali), negando loro lo status di strumenti della conoscenza, e 

 SI È CONCENTRATA SUL LIVELLO DEGLI ASSERTI

 Galilei →
 la scienza deve limitarsi a formulare asserti sulle relazioni (manifestazioni del volere divino: leggi) fra le proprietà degli oggetti                                                      

                                                   di portata universale
(gli asserti hanno la stessa forma matematica in tutte le situazioni) 

Fino a metà ‘900,  anche oltre l’epoca positivista diffusa fiducia nell’esistenza di LEGGI che regolano la società e nella possibilità di scoprirle.

Legge: richiama la formulazione di asserti mediante un’impersonale ripetizione di osservazioni.

Nella seconda metà del ‘900 in poi nelle scienze sociali dal termine ‘legge’ l’accento comincia a spostarsi al termine ‘TEORIA’

Teoria: nell’intensione del concetto c’è ampio spazio per un intervento creativo della mente umana

Nel periodo neo-positivista / comportamentista  in voga per breve tempo l’IPOTESI

OGGI              si parla di TEORIA

OBIEZIONE alla prassi di considerare non scientifici i pre-asserti :

visto che gli asserti sono composti di concetti, come si possono ritenere importanti i primi e trascurabili i secondi?

RISPOSTA:

-     i concetti non sono problematici, essi rispecchiano fedelmente i loro referenti e quindi li possiamo dare per scontati
invece
-
      gli asserti ci dicono come si comportano i referenti dei concetti

 MA

Il compito epistemologico fondamentale è di migliorare il nostro patrimonio concettuale visto che non è affatto scontato che esso sia perfettamente isomorfo alla realtà o che abbia raggiunto il massimo dell’adeguatezza

I pre-asserti    costituiscono  i piloni   dei ponti che rappresentano gli asserti.

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 Slide  D

 (da Marradi, Metodologia delle Scienze Sociali : pp. 224-232)

 DISTINZIONE TRA TEORIA E IPOTESI 

TEORIA  e  IPOTESI  appaiono spesso come se fossero intercambiabili poiché la demarcazione tra i due termini non è sempre chiara.

In che cosa si distingue una teoria da un’ipotesi ?                

NON che         

                                   la teoria è accettata            e         l’ipotesi è ancora in fase di controllo

                                                                          o

                     la teoria è un castello gerarchico          e        l’ipotesi è una proposizione isolata
                                                                                    di proposizioni

  MA 

la teoria, essendo costituita da legami tra concetti non operativizzati, non è controllabile se      non derivandone delle ipotesi

 

ipotesi che, essendo costituite da legami tra variabili,  fanno necessariamente riferimento a specifiche situazione spazio-temporali  alle quali  le definizioni operative devono adattarsi

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